LE ORIGINI.
Il Salento, noto anche come penisola salentina e conosciuto come Tacco d'Italia, è una subregione dell'Italia che si estende sulla parte meridionale della Puglia, tra il mar Ionio ad ovest e il mar Adriatico ad est.
Gli abitanti dell'area, che comprende l'intera provincia di Lecce, quasi tutta quella di Brindisi e parte di quella di Taranto, si distinguono per caratteristiche culturali e glottologiche rispetto al resto della regione. Da un punto di vista storico il Salento ha fatto parte per molti secoli dell'antica circoscrizione denominata Terra d'Otranto.
Lecce, in particolare, che dette anche i natali al re normanno Tancredi di Sicilia della famiglia d'Altavilla, uscì in questo periodo dalle nebbie del Medioevo per assurgere a centro principale della penisola salentina, da allora ufficialmente denominata "Terra d'Otranto". Federico II di Svevia si dedicò così come in altre aree del suo regno al Salento, in particolare modificò profondamente i castelli di Brindisi ed Oria per fare solo alcuni esempi. Nel 1384, sotto gli Angioini, il principe di Taranto Raimondo Orsini Del Balzo - in seguito al matrimonio con la contessa di Lecce Maria d'Enghien - diventò uno dei più ricchi e potenti feudatari del Regno. Alla sua morte, nel 1406, il Re di Napoli Ladislao giunse in armi sotto le mura di Taranto per rivendicarne il possesso, ma Maria d'Enghien, lo respinse per due volte. Alla fine Ladislao propose di sposare la contessa, ottenendo per via diplomatica ciò che non era riuscito a conquistare con la forza. Nel 1480, sotto gli Aragonesi, Otranto fu invasa dai Turchi guidati da Ahmet Pascià, con l'eccidio di 800 persone che rifiutarono la conversione all'Islam. Fu questo l'episodio più eclatante di una lunga serie di assalti turchi e barbareschi, che si fecero particolarmente intensi nel XVI secolo, tanto che vennero edificate centinaia di torri lungo le coste, da cui poter avvistare in tempo le navi corsare.
LA CULTURA SALENTINA
Una questione da tempo dibattuta è quella relativa ai confini culturali del Salento che non corrisponderebbero ai limiti geografici della penisola salentina, ma delimiterebbero un territorio più piccolo, variabile a seconda dell'elemento caratterizzante che viene preso in considerazione. Ad esempio, la convenzione qui seguita, precedentemente definita, pone al di fuori del Salento i territori (che da un punto di vista geografico possono pur sempre definirsi salentini) di Massafra, Statte, Montemesola, Crispiano, Martina Franca, Locorotondo, Cisternino e Fasano. Ma nel caso in cui faccia da discriminante il dialetto, rimarrebbero fuori anche centri importanti come Taranto o Ostuni; mentre si arriverebbe ad includere Egnazia, nei pressi di Fasano, se si facesse riferimento alla cultura messapica, o addirittura Martina Franca, posta in piena Valle d'Itria, se si guarda all'architettura barocca[10].
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