RITROVAMENTI ARCHEOLOGICI NELLA CITTA' DI UGENTO.
Marzo 2005: Ritrovamenti archeologici ad Ugento: Tornano alla luce una decina di tombe Ugento- Ormai lo sanno tutti, che a Ugento dove si scavi e difficilissimo non trovare reperti archeologici. L'ultima notizia dei ritrovamenti archeologici e di poche settimane fa,durante degli scavi per l'ampliamento della rete fognaria in Via Pieri sono tornate alla Luce una decina di tombe risalenti intorno al III - II sec. a.C.. Queste tombe sono una parte di quelle che sono ancora sotterrate. Infatti sembra che tutta la zona sia piena di tombe antichissime e ciò fa presupporre che li un tempo vi era una Necropoli. In questo momento sta avvenendo il recupero dei reperti.15 marzo 2005: Ancora nuovi ritrovamenti archeologici ad Ugento Ugento- Ancora nuovi ritrovamenti ad Ugento. Infatti in Via Armida durante gli scavi per il passaggio dei tubi del gas metano e stato ritrovato un sepollcro con dentro uno scheletro che e stato estratto oggi e portato al Museo Comunale. Li scavi continuano per accettarsi che non ci siano altri sepolcri.
Ugento: Nuovi ritrovamenti Archeologici. Torna alla luce un cisterna dell'età imperiale. Ugento- Torna alla luce in via Marconi un cisterna del III - IV sec. a.C. (età romana - imperiale). La cisterna e tornata alla luce durante gli scavi per il passaggio della fogna su questa strada. La cisterna misura circa 12.5 metri di lunghezza 3 metri di larghezza e 5 di profondità. Molto probabilmente la cisterna serviva ad alimentare una monumentale villa di età romana.
Ugento: Inaugurato il Museo Diocesano Ugento- E stato inaugurato il nuovo Museo Diocesano ad Ugento, creato nelle catacombe della Cattedrale con entrata situata in via dei Cesari lungo la scalinata affincata alla chiesa. All'interno vi sono esposti materiali provenienti da tutta la diocesi e quadri provenienti dalla vecchia Cattedrale andata distrutta nel 1537.
Si raccomanda la visita!
RITROVAMENTI ARCHEOLOGICI A TORRE MOZZA E LIDO MARINI.
Il tratto di costa compreso tra Lido Marini e Torre Mozza (Comune di Ugento) si caratterizza per la presenza di una vasta area sabbiosa, alle cui spalle vi è una serie di terreni in gran parte paludosi, costeggiati dal bacino di bonifica “Sponderati sud”.
A metà del suddetto tratto di litorale, in località punta del “Macolone”, Antonio Piccinno – a seguito di sistematiche ricerche di superficie effettuate negli anni ’70 del secolo scorso – ha rinvenuto “in prossimità del mare, in un terreno paludoso”, manufatti del Paleolitico Superiore di facies epigravettiana. Si tratta, nello specifico, di grattatoi discoidali e subdiscoidali, bulini ad asse e microbulini.
L’area in oggetto ha restituito, nel corso della stessa campagna di ricognizioni di superficie, diverse evidenze archeologiche tra cui si annovera un focolare dell’età del Bronzo, di forma sub-circolare (70 x 40 cm), costituito da blocchi di pietre cementate e combuste, sabbie, carbone e frammenti ceramici ad impasto.
Un’altra importante scoperta è stata effettuata, di recente, nella stessa località, all’estremità del pianoro che chiude a sud l’ampia insenatura. Si tratta di tracce di buche da palo pertinenti un probabile villaggio palafitticolo databile all’età del Bronzo. Di esse se ne conservano dodici, allo stato attuale quasi completamente obliterate dal moto ondoso delle maree.
Poco più a nord di punta “Macolone”, nei pressi della località marina di Torre Mozza, è stato individuato un terrapieno, spesso circa 50 cm, al cui interno vi era conservato un deposito archeologico (lungo 7 metri e spesso 0,40 metri), composto da un terreno di colore bruno scuro, con frammenti fittili di età protostorica, probabilmente riferibili all’Eneolitico. La recente realizzazione del lungomare di Torre Mozza ha prodotto l’obliterazione di questo eccezionale contesto archeologico.
Non di minore interesse si è rilevato il rinvenimento, all’interno dei bacini di bonifica di Torre Mozza – nel corso di operazioni di dragaggio – di reperti archeologici tra cui un frammento fossilizzato di palco di cervo, numerosi frammenti di ceramica riferibile all’età messapica e romana unitamente a resti osteologici relativi a tartarughe terrestri e palustri e conchiglie di varie specie.
www.ritrovamentiarcheologicitralidomarinietorremozza.it